Benvenuti nel parco Nazionale dell' Asinara

L'Asinara è un'isola del mar Mediterraneo, situata fra il Mar di Sardegna a ovest, il Mare di Corsica a nord e l'omonimo golfo a est; a sud è separata dalla piccola Isola Piana da uno stretto canale navigabile, il cosiddetto Passaggio dei Fornelli. Fa parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari.

Ha una superficie di 50,9 km² ed è attualmente abitata da poche persone che hanno l'alloggio per servizio. Gli ultimi residenti civili, antecedenti all'istituzione della colonia penale, fra cui uno dei più famosi era Giacomo Masala, abbandonarono l'isola nel 1885; alcuni si trasferirono nell'area dove oggi sorge il paese di Stintino (comune autonomo dal 1998, fino ad allora frazione di Sassari), da loro stessi costruito, situato sul prospiciente promontorio di Capo Falcone.L'isola dell'Asinara è sede dell'omonimo parco nazionale dal 3 ottobre 2002.

La flora è costituita da quasi 700 specie. L’isola dell’Asinara si contraddistingue per le vaste superfici di roccia affiorante, con limitata copertura vegetale a macchia mediterranea; solo l’area di Elighe Mannu presenta una piccola parte di formazioni boschive di leccio. La vegetazione nel tempo si è diradata per via del pascolo eccessivo da parte di specie introdotte dall’uomo.

Ricchissima di avifauna e di ittiofauna, non è invece più presente la foca monaca. L’isolamento geografico dell‘isola dell’Asinara ha permesso alla fauna di trovare il giusto habitat dove vivere e riprodursi. Il Parco conta circa 80 specie, molte delle quali di assoluta rarità. I mammiferi del Parco dell’Asinara sono la lepre, la donnola, il muflone, il cinghiale, il cavallo e i famosi asinelli bianchi. . La loro presenza su questo lembo di terra è molto antica, già nel XII secolo l’isola è menzionata come “isola madre degli asini”. Gli asinelli vivono allo stato brado e la loro caratteristica principale è, oltre a l’esser molto piccoli, la colorazione bianca del loro manto. Le zone umide del territorio ospitano anfibi come il discoglosso sardo, il rospo smeraldino e la raganella. Le specie di rettili sono 11; tra le più comuni vi è la Testuggine comune e Biscia viperina. Gli uccelli marini sono rappresentati dal Gabbiano corso, dal Marangone dal ciuffo e dalla Pernice Sarda. L’Asinara, inoltre, fa parte da tempo del cosiddetto “Santuario dei Cetacei”, classificato come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. I Cetacei che percorrono periodicamente quest’area sono: Balenottera, Capodoglio, Delfino comune, Stenella, Tursiope, Globicefalo, Zinfio e Grampo. Durante la navigazione in barca non è raro incontrare i magnifici delfini.

Grazie alla permanenza del carcere di massima sicurezza nell'ultimo secolo, l'Asinara è ad oggi una delle isole maggiori del mar Mediterraneo in cui vi è stato minore sfruttamento e consumo di territorio.Il carcere
La colonia penale agricola dell'Asinara aveva diversi distaccamenti su tutta l'isola, ognuno dei quali era retto da un capo diramazione, che, a sua volta, doveva rispondere al maresciallo capo, di stanza a Cala d'Oliva. Sempre a Cala d'Oliva risiedevano il direttore ed il vice direttore, nonché tutto il personale impiegato, tra cui medici ecc.

Diramazione di Fornelli: situato nella parte più meridionale dell'isola, sull'omonima piana, questa dislocazione era, al momento della sua costruzione, costituita da tre dormitori. È durante la seconda guerra mondiale che questa diramazione venne utilizzata come tubercolario. Dopo il 1975 e la costruzione del supercarcere di Fornelli, vennero detenuti, proprio qui, diversi esponenti delle Brigate rosse nonché dell'Anonima sequestri. Nel 1992, con l'introduzione dell'art.41 bis, venne riaperto come carcere di massima sicurezza, per i crimini di mafia. Era l'unica struttura dell'isola (dagli anni '70 fino alla chiusura) in cui i detenuti erano "reclusi" e non uscivano per il lavoro della colonia penale (detenzione ai sensi dell'art. 90 e art. 41-bis della legge 354 del 1975)
Santa Maria: sempre nella parte meridionale dell'isola, poco distante da Fornelli, è una delle diramazioni più moderne e recenti. Qui venivano praticati dai detenuti l'agricoltura e l'allevamento (maiali, cavalli, pecore, capre e mucche). È curioso notare l'appellativo affibbiato a questa diramazione, "legione straniera", questo perché la maggioranza dei carcerati era estera.
Tumbarino: situata nelle vicinanze di cala di Sant'Andrea, al centro dell'isola, aveva pochi detenuti, per lo più rei di crimini carnali, con il compito di allestire riserve di legna.
Stretti: la diramazione risale al 1918, aveva prettamente sfondo agricolo ma venne abbandonata nel 1958. Causa la sua posizione, infatti, essa rimane tra i due massicci dell'isola, quello nord e quello sud, proprio su di un pianoro tormentato da forti venti (soprattutto Maestrale).
Campu Perdu: situato a ovest della Reale, nelle sue immediate vicinanze, qui vennero edificate delle moderne stalle che tutt'oggi vengono utilizzate. Oggi è principalmente adibito a stazione di Carabinieri, Polizia ecc.
Trabuccato: immediatamente a est della Reale, di fronte all'omonima torre, parte dei detenuti venivano impiegati per la coltivazione di una vigna dalla modesta estensione. La capacità di detenzione era ridotta così come a Campu Perdu.



L'Asinara è un'isola del mar Mediterraneo, situata fra il Mar di Sardegna a ovest, il Mare di Corsica a nord e l'omonimo golfo a est; a sud è separata dalla piccola Isola Piana da uno stretto canale navigabile, il cosiddetto Passaggio dei Fornelli. Fa parte del comune di Porto Torres, in provincia di Sassari.

Ha una superficie di 50,9 km² ed è attualmente abitata da poche persone che hanno l'alloggio per servizio. Gli ultimi residenti civili, antecedenti all'istituzione della colonia penale, fra cui uno dei più famosi era Giacomo Masala, abbandonarono l'isola nel 1885; alcuni si trasferirono nell'area dove oggi sorge il paese di Stintino (comune autonomo dal 1998, fino ad allora frazione di Sassari), da loro stessi costruito, situato sul prospiciente promontorio di Capo Falcone.L'isola dell'Asinara è sede dell'omonimo parco nazionale dal 3 ottobre 2002.

La flora è costituita da quasi 700 specie. L’isola dell’Asinara si contraddistingue per le vaste superfici di roccia affiorante, con limitata copertura vegetale a macchia mediterranea; solo l’area di Elighe Mannu presenta una piccola parte di formazioni boschive di leccio. La vegetazione nel tempo si è diradata per via del pascolo eccessivo da parte di specie introdotte dall’uomo.

Ricchissima di avifauna e di ittiofauna, non è invece più presente la foca monaca. L’isolamento geografico dell‘isola dell’Asinara ha permesso alla fauna di trovare il giusto habitat dove vivere e riprodursi. Il Parco conta circa 80 specie, molte delle quali di assoluta rarità. I mammiferi del Parco dell’Asinara sono la lepre, la donnola, il muflone, il cinghiale, il cavallo e i famosi asinelli bianchi. . La loro presenza su questo lembo di terra è molto antica, già nel XII secolo l’isola è menzionata come “isola madre degli asini”. Gli asinelli vivono allo stato brado e la loro caratteristica principale è, oltre a l’esser molto piccoli, la colorazione bianca del loro manto. Le zone umide del territorio ospitano anfibi come il discoglosso sardo, il rospo smeraldino e la raganella. Le specie di rettili sono 11; tra le più comuni vi è la Testuggine comune e Biscia viperina. Gli uccelli marini sono rappresentati dal Gabbiano corso, dal Marangone dal ciuffo e dalla Pernice Sarda. L’Asinara, inoltre, fa parte da tempo del cosiddetto “Santuario dei Cetacei”, classificato come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo. I Cetacei che percorrono periodicamente quest’area sono: Balenottera, Capodoglio, Delfino comune, Stenella, Tursiope, Globicefalo, Zinfio e Grampo. Durante la navigazione in barca non è raro incontrare i magnifici delfini.

Grazie alla permanenza del carcere di massima sicurezza nell'ultimo secolo, l'Asinara è ad oggi una delle isole maggiori del mar Mediterraneo in cui vi è stato minore sfruttamento e consumo di territorio.Il carcere
La colonia penale agricola dell'Asinara aveva diversi distaccamenti su tutta l'isola, ognuno dei quali era retto da un capo diramazione, che, a sua volta, doveva rispondere al maresciallo capo, di stanza a Cala d'Oliva. Sempre a Cala d'Oliva risiedevano il direttore ed il vice direttore, nonché tutto il personale impiegato, tra cui medici ecc.

Diramazione di Fornelli: situato nella parte più meridionale dell'isola, sull'omonima piana, questa dislocazione era, al momento della sua costruzione, costituita da tre dormitori. È durante la seconda guerra mondiale che questa diramazione venne utilizzata come tubercolario. Dopo il 1975 e la costruzione del supercarcere di Fornelli, vennero detenuti, proprio qui, diversi esponenti delle Brigate rosse nonché dell'Anonima sequestri. Nel 1992, con l'introduzione dell'art.41 bis, venne riaperto come carcere di massima sicurezza, per i crimini di mafia. Era l'unica struttura dell'isola (dagli anni '70 fino alla chiusura) in cui i detenuti erano "reclusi" e non uscivano per il lavoro della colonia penale (detenzione ai sensi dell'art. 90 e art. 41-bis della legge 354 del 1975)
Santa Maria: sempre nella parte meridionale dell'isola, poco distante da Fornelli, è una delle diramazioni più moderne e recenti. Qui venivano praticati dai detenuti l'agricoltura e l'allevamento (maiali, cavalli, pecore, capre e mucche). È curioso notare l'appellativo affibbiato a questa diramazione, "legione straniera", questo perché la maggioranza dei carcerati era estera.
Tumbarino: situata nelle vicinanze di cala di Sant'Andrea, al centro dell'isola, aveva pochi detenuti, per lo più rei di crimini carnali, con il compito di allestire riserve di legna.
Stretti: la diramazione risale al 1918, aveva prettamente sfondo agricolo ma venne abbandonata nel 1958. Causa la sua posizione, infatti, essa rimane tra i due massicci dell'isola, quello nord e quello sud, proprio su di un pianoro tormentato da forti venti (soprattutto Maestrale).
Campu Perdu: situato a ovest della Reale, nelle sue immediate vicinanze, qui vennero edificate delle moderne stalle che tutt'oggi vengono utilizzate. Oggi è principalmente adibito a stazione di Carabinieri, Polizia ecc.
Trabuccato: immediatamente a est della Reale, di fronte all'omonima torre, parte dei detenuti venivano impiegati per la coltivazione di una vigna dalla modesta estensione. La capacità di detenzione era ridotta così come a Campu Perdu.